L’Economia del Bene Comune è un movimento internazionale nato per promuovere un modello economico nuovo fondato sulla massimizzazione del bene comune.
L’economista premio Nobel Jean Tirole, in un saggio recente, prende atto che “l’interesse individuale degli agenti economici non si tramuta in bene comune, grazie alle sole virtù del mercato, ma perché ciò accada è indispensabile l’intervento correttivo di un’istanza pubblica e regolatrice”.
In un suo lavoro, Stefano Zamagni si chiede se sia possibile umanizzare l’economia, coniugare mercato e bene comune. In sintesi Zamagni dice che il bene comune è il fatto che in esso l’interesse di ogni individuo si realizza assieme a quello degli altri, non già contro (come accade nel bene privato) né a prescindere dall’interesse degli altri (come nel bene pubblico).
Altro celebre presupposto è “Il paradosso di Easterlin (Easterlin Paradox)” o paradosso della felicità, introdotto nel 1974 da Richard Easterlin, professore di economia all’Università della California meridionale. Il paradosso consiste nel fatto che, al crescere del benessere economico, la felicità umana aumenta fino a un certo punto, ma poi comincia a diminuire, seguendo una curva a forma di parabola con concavità verso il basso.
Da queste riflessioni emerge il concetto di “economia del bene comune” (Gemeinwohl-Ökonomie) espressione coniata dallo scrittore e storico austriaco Christian Felber. Nella sua teoria, “l’economia del bene comune” si pone come modello alternativo, ma ugualmente efficace. I paradigmi dell’economia classica sono sovvertiti e le parole chiave diventano ricerca del bene comune e cooperazione al posto di puro profitto e competizione.
Non solo, il nuovo sistema economico funziona solo se le relazioni cambiano: fiducia, responsabilità, supporto reciproco e collaborazione diventano il nuovo collante sociale ed economico. Le imprese che praticano l’economia del bene comune non sono in concorrenza tra di loro, anzi, collaborano per perseguire l’obiettivo del maggior bene comune e rispettano un codice etico condiviso.
Venerdì 12 aprile a Padova, Palazzo Bo, si terrà l’incontro dal titolo “Economia del Bene Comune. Come e quanto le imprese contribuiscono al bene comune? Testimonianze a confronto” con la partecipazione di Christian Felber co-fondatore del movimento internazionale Economia del bene comune (EBC).
Sarà un momento di confronto su un nuovo modo di fare impresa: solo se si mette al centro il benessere delle persone e dell’ambiente e se si coniuga profitto e bene comune si può essere protagonisti di un vero sviluppo sostenibile.
Dopo una lectio di Christian Felber sull’economia del bene comune come proposta di paradigma socio-economico, interverranno Marco Soverini di AICQ Emilia-Romagna e Clara Visonà di Innova che allargheranno la visione dalle imprese al territorio, evidenziando come il bilancio del bene comune non sia solo un modello per le imprese, ma uno strumento di trasformazione in sinergia con tutti gli attori di un territorio.
L’evento è un’occasione di scambio tra le imprese che si sono misurate con lo strumento del Bilancio del bene comune, ma anche un’opportunità per imprese virtuose di fare rete e di confrontarsi sui temi della sostenibilità e del contributo della loro attività al bene comune, utili nel loro percorso di impresa responsabile e sostenibile. Si rivolge al mondo imprenditoriale veneto e italiano per esplorare nuovi percorsi di sostenibilità possibili – tenendo presente gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU – e cosa significhi oggi un’imprenditorialità di successo.