Il calcolo della risposta forzata di un sistema DLIT in risposta a un ingresso u(k), può avvenire risolvendo iterativamente l’equazione alle differenze di ordine n, oppure ricorrendo alla convoluzione discreta dell’ingresso con la risposta impulsiva del sistema.
Se quest’ultima non è disponibile, essa può essere ricavata risolvendo iterativamente l’equazione alle differenze con un ingresso u(k)=δ(k) e ingressi e uscite nulle per k<0.
Nel caso in cui le condizioni iniziali non sono nulle, è possibile ottenere y(k), data la sequenza u(k) e gli N valori dell’uscita precedenti all’istante k=0, con un procedimento del tutto simile a quello usato per la soluzione di equazioni differenziali lineari a coefficienti costanti per i sistemi continui nel tempo.
Risposta forzata ed evoluzione libera del sistema
Per la linearità del sistema, si può considerare l’uscita y(k), per k≥0, come la somma della risposta forzata al segnale di ingresso a partire da -M, e dell’evoluzione libera del sistema, cioè u(k)=0 per ogni k e y(-1), y(-2), …y(-N) pari ai valori iniziali dati, cioè:
La risposta in evoluzione libera può essere calcolata con:
che viene denominata equazione omogenea associata.
Equazione caratteristica
La soluzione generale dell’equazione omogenea associata è costruita a partire dalle radici dell’equazione caratteristica:
Se p è una radice semplice dell’equazione caratteristica, è facile verificare che la sequenza soddisfa all’equazione omogenea associata.
Il caso di radici distinte
Se C(λ)=0 ha N radici distinte, la soluzione generale dell’equazione omogenea è data dalla combinazione lineare delle sequenze linearmente indipendenti , cioè:
Le costanti vanno calcolate in modo che y(k) assuma i valori dati negli istanti k=-1….-N.
Il caso di radice con molteplicità r e di radici complesse
Nel caso che la radice p abbia molteplicità r, essa contribuisce alla soluzione generale con la combinazione lineare delle r sequenze linearmente indipendenti:
dove j=0, 1, 2…r-1
Per r=3, si ottengono le sequenze , , .
Nel caso di radici semplici ma complesse, esse saranno a coppie complesse coniugate, dato che i coefficienti di C(λ) sono reali, e allo stesso modo anche i coefficienti c dovranno essere complessi coniugati.
Risolvere le equazioni alle differenze: esempio
Si tratta di una equazione lineare alle differenze di ordine 1, infatti N=1, M=0.
L’equazione omogenea risulta:
e l’equazione caratteristica:
che possiede una unica radice semplice a. La soluzione generale diviene quindi:
Se si desidera valutare l’evoluzione libera a partire dal la condizione iniziale y(-1)=0.7, il coefficiente c deve essere calcolato in modo che:
che risulta:
Possiamo anche procedere attraverso il calcolo della risposta impulsiva del sistema. Possiamo ricavare h(k) dall’equazione alle differenze e vale:
dove il fattore serve a rendere causale h(k).
La risposta totale y(k), a partire da un valore dato di y(-1) e con ingresso generico u(k), è data da:
dove il secondo termine rappresenta la risposta forzata del sistema.
Si consideri adesso quest’ultima con ingresso a gradino, cioè :
Quando , diverge, mentre quando esa converge al valore .
Per la risposta è monotona crescente, mentre per la risposta è di tipo oscillatorio, come mostrato nelle figure seguenti nelle quali si è posto b=1-a.
Risolvere le equazioni alle differenze: un altro esempio
Soluzione attraverso la risposta impulsiva
Determiniamo i campioni h(k) necessari a calcolare y(k) per k=0,1,2,3,4,5. Ovvero andiamo a determinare la risposta impulsiva:
[1]Per valutare i campioni h(k) poniamo in ingresso un impulso: u(0)=δ(0)=1 e risolviamo iterativamente:
Soluzione iterativa e confronto con la soluzione precedente
Partendo da:
eseguiamo iterativamente il calcolo della risposta e lo confrontiamo con la soluzione precedente, ricordando [1]
Come possiamo vedere, i risultati dei due metodi coincidono.