
Mozilla Thunderbird
Thunderbird è un client di posta elettronica con licenza libera sviluppato da MZLA Technologies Corporation. Il programma è disponibile per Windows, Linux e MacOS e, analogamente al fratello Firefox, prevede la possibilità di essere arricchito nelle funzionalità da estensioni esterne e nell’aspetto da diversi temi.
Fino a pochi mesi fa il futuro del client open source appariva incerto in quanto la Mozilla Foundation non intendeva più proseguirne lo sviluppo. Tuttavia il grande supporto ricevuto dalla community di utilizzatori, con ingenti donazioni per continuare il suo sviluppo, hanno convinto Mozilla a dargli una nuova casa – MZLA Technologies interamente controllata da Mozilla – e un nuovo futuro.
Sebbene Microsoft abbia dichiarato in una nota ufficiale di non temere la concorrenza di Thunderbird nel segmento degli utilizzatori aziendali, certamente questo rilancio del client open source (che nel 2020 ha ricevuto ben 2,3 milioni di dollari di donazioni) aprirà nuove prospettive di sviluppo per questo amatissimo programma. Una breve storia del programma si può leggere su Wikipedia.
Usare le etichette di Thunderbird
In questo articolo ci occuperemo di una caratteristica non molto nota del programma: le etichette. Sebbene l’idea di “taggare” i messaggi non sia nuova, in Thunderbird questa funzione va oltre la semplice evidenziazione dei messaggi di posta e consente, unita alla potenza dei suoi filtri, di sfruttarle per archiviare i messaggi anche in modo automatico.
L’esigenza di smistare i messaggi
Soprattutto in ambito office, l’esigenza classica è quella di smistare la posta in arrivo in varie sotto-cartelle. Ad esempio, dividere i clienti dai fornitori o, semplicemente, trasferire in una cartella i messaggi più importanti per la propria attività.
La procedura consueta per raggiungere questo scopo è quella che ricorre ai filtri: questi analizzano la posta in arrivo e, a seconda dei vari criteri impostati, sono in grado di assegnarli alle diverse cartelle di posta. I criteri di filtraggio sono solitamente impostati sul mittente, sul destinatario o, più raramente sull’oggetto del messaggio. Per alcuni obiettivi tuttavia, i filtri basati su questi criteri sono troppo “precisi”: riprendendo l’esempio di Clienti e Fornitori, è chiaro che molte volte può arrivare un messaggio il cui mittente non era contemplato nei filtri. Di conseguenza tale messaggio sfuggito al filtro, dovrebbe essere spostato manualmente nella cartella corretta.
Un approccio alternativo o complementare è quello di usare le etichette. Supponiamo di avere creato una etichetta “Clienti”: basterà etichettare in quel modo un determinato messaggio presente nella posta in arrivo e, abilitando un filtro automatico che ogni 10 minuti scandisce la tale cartella, questo verrà trasferito nella cartella che abbiamo assegnato ai Clienti.
Una caratteristica aggiunta di recente a Thunderbird è infatti quella dei filtri automatici. Come potete vedere nel video, ora è possibile impostare che un determinato filtro sia eseguito in modo automatico (ogni 10 minuti). Questa possibilità può essere integrata con l’uso delle etichette per ottenere una classificazione o una archiviazione dei messaggi basata su criteri più “larghi” del mittente o dell’oggetto, come si accennava in precedenza.
Le etichette predefinite
Le etichette predefinite sono 5, ciascuna associata a una scorciatoia da tastiera per rendere immediata la sua applicazione (di seguito indicata tra parentesi):
- Importante (1);
- Lavoro (2);
- Personale (3);
- Da fare (4);
- Liste (5)
Naturalmente è possibile sia modificare le etichette esistenti che aggiungerne di nuove personalizzate.
Il video
Dapprima viene fatto vedere dove si trovano le etichette nell’interfaccia di Thunderbird. Di seguito, una piccola dimostrazione di come esse possono essere usate attraverso il “Filtro Veloce” per trovare i messaggi etichetatti in una certa cartella. Infine, viene creato un filtro per spostare i messaggi etichettati come “Importante” su una cartella creata ad hoc. Da notare che nel video il filtro basato sull’etichetta viene poi eseguito manualmente per farne vedere immediatamente il risultato. Ma, come detto, avremmo potuto lasciare semplicemente che il filtro venisse eseguito in modo automatico (temporizzato ogni 10 minuti), ottenendo il medesimo risultato.