Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, Stati Uniti e UE hanno imposto pesanti sanzioni mirate a penalizzare l’economia russa. Queste azioni, tuttavia, espongono l’Europa a notevoli problemi: la Russia non è solo uno dei maggiori esportatori mondiali di prodotti energetici, ma è anche il più grande fornitore europeo.
Dall’ottobre 2021, la Russia ha fornito il 25% di tutto il petrolio importato dall’UE, ovvero il triplo del secondo partner commerciale. Una infografica di Visual Capitalist, esprime graficamente i termini di questa dipendenza, basandosi su dati Eurostat.
La dipendenza per nazione
Le tabelle seguenti, indicano la dipendenza dalle importazioni energetiche per ogni paese, confrontando il ventennio che va dall’anno 2000 al 2020. Guardando la media finale per i 27 paesi della UE, la percentuale di importazioni è passata dal 56,3% al 57,5%, un leggero incremento dunque.
Come si vede dai dati, tra i paesi che hanno saputo diminuire la loro dipendenza energetica vi sono: Austria, Estonia, Finlandia, Francia, Irlanda, Italia, Portogallo, Slovenia, Spagna e Svezia.
Provenienza delle importazioni di energia della UE
Analizzando i dati sulle importazioni di energia, si può notare che la Russia è il principale fornitore di petrolio greggio, carbone e gas naturale.
Importazioni di petrolio greggio
La netta posizione della Russia come principale fornitore di petrolio, non sorprende visto che tale paese è il terzo produttore mondiale (2020) e conta molte grandi compagnie energetiche statali tra le quali Rosneft e Gazprom.
Importazioni di carbone
Le centrali elettriche a carbone sono ancora utilizzate in tutta l’UE, anche se la maggior parte degli Stati membri prevede di eliminarle completamente entro il 2030.
La Russia nel 2020 ha estratto 328 milioni di tonnellate di carbone, rendendolo il sesto produttore a livello globale.
Importazioni di gas naturale
La maggior parte delle importazioni dell’UE proviene dalla Russia attraverso la serie di gasdotti Nord Stream.
In particolare, Nord Stream 1 è il gasdotto sottomarino più lungo del mondo ed è stato completato nel 2011. Parte dalla città russa di Vyborg e si collega all’UE attraverso la Germania.
Nord Stream 2 è una recente estensione che avrebbe dovuto raddoppiare la capacità del progetto. La Germania ha interrotto il processo di approvazione di questo gasdotto in risposta all’invasione russa dell’Ucraina nel 2022.
Il prossimo futuro
Come rappresaglia contro le sanzioni occidentali, la Russia ha annunciato un prossimo divieto di esportazione di determinati beni e materie prime.
I prezzi del gas europeo intanto sono saliti alle stelle, poiché si teme che la Russia possa tagliare le forniture di gas naturale.
All’inizio di marzo 2022, sia la Commissione europea che l’Agenzia internazionale per l’energia (AIE) hanno presentato alcune proposte su come l’Europa potrebbe ridurre la sua dipendenza energetica.
Eliminare da un giorno all’altro il più grande fornitore di un bene è ovviamente problematico, specialmente quando si ha a che fare con l’energia. Pochi paesi hanno la capacità (o la volontà) di sostituire immediatamente le importazioni russe.
Le proposte hanno anche discusso le opzioni per aumentare la produzione interna dell’Europa: sebbene la relazione della Commissione escludesse tra le scelte l’energia nucleare, è chiaro che il nucleare rimane un argomento centrale in Europa, con i diversi paesi che assumono posizione pro o contro.
Foto di Quinten de Graaf