Quali materiali hanno dato il maggior rendimento agli investitori nel 2021? E’ stato l’anno dei metalli industriali ed energetici.
Essendo aumentata la domanda di beni industriali, è abbastanza logico siano aumentati anche i loro materiali metallici. Tuttavia, mentre i prezzi dell’energia sono aumentati uniformemente lo scorso anno, tra i metalli ci sono stati anche rendimenti negativi.
Una infografica pubblicata da Elements, rappresenta il rendimento annuale dei prezzi dei metalli nel 2021 rispetto al 2020, utilizzando i dati sui prezzi forniti da Tradingeconomics.com.
Inflazione e domanda di materie prime fa crescere i prezzi dei metalli industriali
La relativa riapertura del mondo dopo la pandemia ha avuto di conseguenza una fortissima domanda di metalli di base ed energetici in particolare. Questo ha fatto sì che lo scorso anno l’inflazione toccasse i massimi degli ultimi 30 anni.
La domanda di batterie per veicoli elettrici (EV) – in costante crescita nel 2021 – ha spinto il litio e il cobalto a segnare due delle migliori performance di rendimento.
Anche il magnesio si segnala con un rendimento superiore al 200%, favorito dall’aumento eccezionale del prezzo del carbone, che viene usato come parte della materia prima nel processo di fusione. A questo si è aggiunta la paura di una carenza di questo metallo dopo che la Cina aveva annunciato una sospensione della produzione per motivi ambientali.
Tra i metalli di base, la sorpresa è il ferro che segna un rendimento negativo pari a ben -24%. Tale performance è dovuta in gran parte al rallentamento della crescita in Cina e dal suo impegno del maggio scorso a ridurre la produzione di acciaio.
Il Litio e gli altri metalli EV sovraperformano
Dopo l’annunciato impegno delle principali case automobilistiche a far sì che tutte le vendite di auto nuove fossero a emissioni zero entro il 2040, le vendite di veicoli elettrici nel 2021 ha visto un incremento dell’80%.
Di conseguenza, tutti i metalli essenziali nella costruzione delle batterie come litio, cobalto, piombo e nichel hanno avuto una forte richiesta dalle case automobilistiche. Nel 2022, in particolare per il nickel, questa tendenza si è confermata, dopo l’annunciato accordo di Tesla con Talon Metals per una fornitura di 75.000 tonnellatee di concentrato di nichel in sei anni.
I prezzi del gruppo del platino vacillano
Il palladio e il platino hanno avuto una grande richiesta nella prima metà dell’anno, ma successivamente la carenza di chip ha comportato un rallentamento della produzione automobilistica e un calo della domanda per i due metalli.
Entrambi questi metalli chiave del gruppo del platino (PGM) hanno chiuso il 2021 con un calo a due cifre, con il platino a -10,4% e il palladio a -22,0%.
Il futuro di questo gruppo appare contrastato, dipendendo molto dalla disponibilità di chip per alimentare l’industria automobilistica e da eventuali altri problemi di approvigionamento.
Oro e Argento in calo
Con la transizione verso l’energia pulita a tenere banco nella richiesta di materie prime, l’oro e l’argento sono stati un po’ trascurati. Entrambi i metalli preziosi hanno perso il loro appeal di riserve di valore, restituendo rispettivamente il -3,5% e il -11,5%; tuttavia è da segnalare che le vendite di lingotti dalla zecca statunitense sono aumentate del 48,4% rispetto al 2020.
In prospettiva, questa performance deludente dell’oro, mentre azioni, criptovalute e altre materie prime hanno reso molto bene, si vede una possibile ripresa per questo metallo: gli attesi rialzi dei tassi storicamente hanno stimolato inversioni di trens per il metallo prezioso.
Foto di Scottsdale Mint