
Report a cura del Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari
Il Report è realizzato sulla base dei dati contenuti nei registri telematici del vino. Al 31 dicembre 2024 le giacenze dei vini risultano pari 56,9 milioni di ettolitri – in aumento del 16,0% rispetto a novembre e inferiori del 3,9% rispetto a dicembre 2023 – 6,6 milioni di ettolitri di mosti e 2,2 milioni di ettolitri di vino nuovo ancora in fermentazione (fonte Ministero dell’Agricoltura).
Il dato tendenziale mostra un valore inferiore delle giacenze per i vini (-3,9%), sostanzialmente invariato per i mosti (+0,4%) e superiore per i vini nuovi ancora in fermentazione (+106,2%). La variazione congiunturale è invece superiore per i vini (+16,0%) inferiore per i mosti (-23,1%) e molto al di sotto per i vini nuovi (-77,3%).
Il 59,6% del vino è detenuto nelle regioni del Nord, prevalentemente nel Veneto. Il 55,1% del vino detenuto è a DOP, il 26,6% a IGP, i vini varietali costituiscono appena l’1,3% del totale. Il 17,1% è rappresentato da altri vini. Le giacenze di vini a Indicazione Geografica sono molto concentrate; infatti, 20 denominazioni su 526 contribuiscono al 57,9% del totale delle giacenze.
Dove si trova il vino in Italia? E quale vino?
Il 59,6% del vino in Italia è detenuto nelle regioni del Nord. Nel solo Veneto è presente il 27,4% del vino nazionale, soprattutto grazie al contributo delle giacenze delle province di Treviso (12,5%) e Verona (8,7%).
Il 55,1% del vino detenuto è a DOP, con prevalenza di vini bianchi (50,6%). Il 26,6% del vino è a IGP, in netta prevalenza rossi (54,8%). Il 17,1% è costituito da altri vini. Nonostante il gran numero di Indicazioni Geografiche registrate, solo le prime 20 denominazioni contribuiscono a quasi il 60% delle giacenze di vini a Indicazione Geografica.
Guardando alla tabella DOP e IGP con “scorte” superiori a 1 milione di ettolitri, come sempre in testa c’è il Prosecco Doc, che da solo vale il 12,6% delle scorte totali con 5,9 milioni di ettolitri, seguito da Igt Puglia con il 4,5% pari a 2 milioni di ettolitri e Igt Toscana con il 3,6% per 1,65 milioni. Seguono con grande distacco Igt Veneto e Doc Delle Venezie al 3,3%, Igt Salento al 3,1% e Doc Sicilia che si stabilizza al 3%.
La maggior parte dei 6,6 milioni di ettolitri di mosti italiani è detenuto nelle regioni del Nord (51,6%) e del Sud (40,9%) Italia. Due regioni detengono il 64,3% dei mosti, la Puglia (38,8) e l’Emilia-Romagna (25,5%). I vini nuovi ancora in fermentazione sono 2,2 milioni di ettolitri, in giacenza per il 40,2% al Centro, per il 32,4% al Nord, per il 20,6% al Sud e per il rimanente 6,8% nelle Isole.
Dai numeri pare che ci sia un po’ meno vino da immettere sul mercato rispetto allo scorso anno. E questo, tutto sommato, potrebbe non essere un male, in vista del 2025. Annata che sarà piena di sfide, tra inflazione, sanità e un contesto internazionale fatto di mille tensioni e incertezze, guardando anche allo spettro dei dazi negli Stati Uniti, con il presidente Trump pronto a sedersi di nuovo al tavolo europeo delle trattative con mire bellicose.